Luigi Celeste nasce a Milano nel 1985. Per l'omicidio del padre ha subito una condanna in via definitiva a nove anni di reclusione. Scrive "Colpo di scena" durante la sua detenzione in carcere nel penitenziario di Bollate, ove tutt'oggi è recluso e attende con ansia il giorno in cui potrà tornare a casa all'affetto filiale dei suoi familiari.
Luigi Celeste si prende la scena. Ora parlo io, sembra dire da queste pagine, susseguirsi di emozioni cui una qualsivoglia definizione narrativa sta stretta. Non è un romanzo, non è un diario. Non c'entrano le costruzioni, seppur affascinanti e con appigli alla realtà, ma pur sempre romanzesche di De Cataldo. Quella di Celeste è vita, di quella vera. E sa di strada, d'amore, di coraggio e di prese di posizione che possono risultare indigeste per quelli che hanno fretta di tirare dritti verso il giudizio con il solito indice puntato infarcito di pregiudizi e moralismi spiccioli. Quindi giù il cappello, perché l'autore di questo libro ha coraggio, le cose non le manda a dire e non si dà per vinto. Lotta e combatte. E noi con lui, nella speranza di poter finalmente dare a Giustizia il significato che meriterebbe.
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