domenica 29 maggio 2011

La solita lista dei buoni propositi

439 pagine in 2 giorni. Lette. Non scritte. Se fossero scritte sarei già emigrato da tempo in qualche paese dell'est cambiando il nome in Bovoskj o qualcosa di simile, dove sarei stato designato come il moderno Tolstoj e portavoce della nuova letteratura russa. Quella letteratura fatta di libri tanto lunghi che solo per la carta del primo libro di Guerra e pace avranno disboscato mezza siberia.
No, dai. Le 439 pagine lette si riferiscono al libro "L'ombra del vento" di Zafon, che qualche tempo fa avevo iniziato a leggere e poi, cause forza maggiore, avevo abbandonato. L'altro giorno ho deciso di riesumarlo (o per dire più semplicemente l'ho preso dal cassetto a sinistra del letto) e leggerlo tutto ad un fiato. AVVERTENZA: a parte aver citato il libro qui non troverete nessuna recensione o spoiler, in quanto la rete ne è già stracolma. Del resto di un libro che ha venduto 8 milioni di copie e tradotto in 36 lingue non è difficile trovare qualche informazione sulla rete.
Diciamo che la lettura è stata comunque proficua e mi perdevo fino a notte fonda su quella carta stampata. Del resto la mia disoccupazione procede, ahimè, a oltranza. La disoccupazione è divenuta la mia principale occupazione.
Oltre a tenere aggiornata la lista delle ditte in cui ho cercato un posto di lavoro, in questi giorni mi sto prodigando nella stesura di un'altra lista: quella dei buoni propositi. L'avrò scritta decine di volte e la maggior parte dei punti si ripete in ogni stesura. Ma ci riprovo ancora.
1 - Diminuire drasticamente il consumo di alcolici, o bere responsabilmente. Punto da seguire necessariamente per passare al successivo.
2 - Riprendere ad allenarmi. Scritto così potrebbe far pensare a un allenamento personalizzato in chissà quale centro fitness. Invece il mio allenamento è prettamente podistico.
3 - Decidermi a scrivere qualcos'altro e abbandonare l'attuale progetto in cui mi sono impantanato, del resto se ci sto mettendo così tanto a scriverlo vuol dire che non ci sto provando veramente.

La lista la potrei concludere qua, per il momento, o comunque questi sono i sui punti cardine. Potrei aggiungere un fantomatico punto 4 che suonerebbe come - smettere una buona volta nella vita di pensare a donne che non ti pensano - ma questo fa parte della mia indole e so già che non riuscirei a rispettarlo, anzi in questo preciso momento in cui l'ho scritto l'ho già violato.
Quindi mi butto nella mischia o per meglio dire in linguaggio bellico...
Je vais au feu!

mercoledì 18 maggio 2011

Un mercoledi apatico...

Ore 22.55 di un Mercoledi. Stasera ho deciso di essere produttivo. O almeno quello era l'intento. Di fatto mi ritrovo come al solito davanti al pc. Mi era balenata l'idea di fare un salto al pub, ma per fortuna quest'idea ha subito abortito, lasciando in me la convinzione che a casa avrei concluso qualcosa. Continuo a ripetere tra me e me "Per fortuna, o se no sarei tornato sbronzo anche stasera". Rassicurante? Non so.
Sta di fatto che ora devo dar libero sfogo alla mia creatività. Il che risulta un pò difficile e soprattutto autoproducente. I miei exploit creativi non li posso far venire a comando e quando tento di forzare la mano il risultato è alquanto pessimo. Così mi ritrovo a scrivere qualche riga di questo e qualche riga di quello. Ecco perchè ho deciso di postare sul blog, per cercare di scrivere qualcosa che abbia un senso. 
Sarà la mia attuale situazione di apatia dovuta alla disoccupazione a oltranza che mi preclude l'essere creativo?
Vediamo che si può fare.
Intanto mi faccio cullare con un pò di buona musica, lasciandomi trasportare sulle note dei The Cure.
Bonne soirée

giovedì 5 maggio 2011

Fermarsi o proseguire?

Questa è la domanda chiave... o almeno lo è in questo momento. Domanda che è sgattaiolata nella mia mente a metà del terzo spritz. Domanda che riguarda un discorso prettamente alcolico, si. Eppure una volta per aperitivo intendevo Negroni, con il conseguente "si salvi chi può" detto unanime da chi mi era attorno. Al bancone riuscivo a fare scuola anche a chi aveva il doppio della mia età. Ok, battuta riciclata e di cui (forse) non dovrei andarne fiero. Ma è la verità. Verità come del resto lo è il fatto che riesco a scrivere in modo più fluido e soprattutto a me congeniale solo quando ho bevuto "un bicchiere di troppo" o sono in uno stato depresso-malinconico, o addirittura entrambe. Questo fa molto poeta maledetto, si, ma di poeta ho ben poco, forse sul maledetto se ne può discutere... ah ah ah...
Per fortuna l'altro giorno è arrivato in soccorso un mio amico che, probabilmente grazie ai suoi studi di psicologia, riesce meglio a "decifrare le persone" (se così s può dire), o forse è riuscito a leggermi in quanto "conoscente". Lui, come altri, mi ha confermato che lo "scrivere" e soprattutto il piacere di farlo non può altro che essere benefico, in qualunque condizione mi trovi. Questo non voglio che significhi che il mio fegato sarà condotto alla morte solo per un mio capriccio o per semplificare le cose, no, tutt'altro, dico solo che devo imparare a sfruttare ogni momento in cui mi sento "particolarmente ispirato" per fare ciò che mi piace... scrivere.
A questo punto la domanda "Fermarsi o proseguire?" non è più soltanto una banalità, inizia a invadere altri campi, delineandosi di contorni che, seppure sfuocati, delimitano obiettivi reali da fittizie conquiste quotidiane.
Va bene, le varie finestre aperte su cui sto scrivendo e il terzo spritz (per fortuna mi son fermato al terzo!) iniziano a farmi perdere il filo logico del discorso. Abbandono quindi questo post, sperando di aver scritto qualcosa di sensato...
V'là, au revoir mes amis.