Sulle note di
Una volta scrissi:
"La musica è vita e morte. Crea infiniti motivi per provare a vivere e infinite ragioni per accettare la morte"
Molto Zen, molto vero. Pacca sulla spalla.
E con in sottofondo un pò di buona musica, mi ritrovo a scartabellare (come capita spesso...) vecchie pagine sporche di parole scritte a casaccio.
"E le stelle stanno a guardare". "A. J. Cronin". Tento di farmi spazio nei meandri della mia mente, provando a ricordare qualcosa riguardo a quel nome, come se cercassi un appiglio su una nave destinata ad affondare. Di questo libro me ne ha mai parlato? Se si, quando? In quale occasione le sue labbra mi narravano i caratteri stampati su quei fogli?
Per mia fortuna è la sua voce che spezza il drammatico silenzio.
- Lo sto rileggendo... -
- Ah... l'hai già letto?- come un attore mi limito a ripetere le frasi già scritte di un copione immaginario
- Si, più volte. Ma voglio provare a capirci qualcosa -
- Come? La prima volta non...-
- No. Voglio provare a capirci qualcosa della vita. La vita non va mai come vorremmo, è solo un lungo ed estenuante susseguirsi di tentativi. Un continuo provare a tirar fuori qualcosa di decente.
Non c'è più nessuna frase sul mio grezzo copione.
So che se adesso tornassi indietro troverei il suo volto coperto di lacrime. No. Sarebbe un colpo che non potrei sopportare. Questo è troppo per me. E so bene che è troppo anche per lei. Ripercorro i miei passi a ritroso. Meccanicamente. Un automa privo di una qualunque forma di percezione, ad eccezione di una sorta di vibrazione che si fa strada dal mio orecchio, attraverso il timpano, fino al cervello, per poi essere rimandato in quel punto del petto dolente. E' il rumore della porta dell'appartamento della donna che amo che si chiude alle mie spalle.
Per mia fortuna è la sua voce che spezza il drammatico silenzio.
- Lo sto rileggendo... -
- Ah... l'hai già letto?- come un attore mi limito a ripetere le frasi già scritte di un copione immaginario
- Si, più volte. Ma voglio provare a capirci qualcosa -
- Come? La prima volta non...-
- No. Voglio provare a capirci qualcosa della vita. La vita non va mai come vorremmo, è solo un lungo ed estenuante susseguirsi di tentativi. Un continuo provare a tirar fuori qualcosa di decente.
Non c'è più nessuna frase sul mio grezzo copione.
So che se adesso tornassi indietro troverei il suo volto coperto di lacrime. No. Sarebbe un colpo che non potrei sopportare. Questo è troppo per me. E so bene che è troppo anche per lei. Ripercorro i miei passi a ritroso. Meccanicamente. Un automa privo di una qualunque forma di percezione, ad eccezione di una sorta di vibrazione che si fa strada dal mio orecchio, attraverso il timpano, fino al cervello, per poi essere rimandato in quel punto del petto dolente. E' il rumore della porta dell'appartamento della donna che amo che si chiude alle mie spalle.
- Liberamente tratto da Scritti Incompiuti -
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